La pediculosi nelle scuole, specialmente nelle scuole dell’infanzia e primarie, è un problema comune che può rapidamente trasformarsi in un’epidemia, coinvolgendo studenti, insegnanti e personale scolastico. Quando questo accade, è fondamentale che i docenti siano informati sulle azioni da intraprendere, rispettando le linee guida nazionali e la normativa per la pediculosi in vigore.
Come affrontare la pediculosi nelle scuolE
Il docente ha un ruolo fondamentale nel rilevare e gestire i casi di pediculosi nelle scuole. Per prevenire il problema, è utile distribuire ai genitori, a inizio anno scolastico, una scheda informativa che spieghi cosa fare in caso di pidocchi, includendo tecniche di prevenzione, come il controllo settimanale della testa dei bambini. Il controllo periodico è una misura essenziale per individuare tempestivamente eventuali infestazioni e limitare la diffusione.
Nel caso in cui il docente dovesse notare la presenza di pidocchi in classe, senza dover ispezionare direttamente l’alunno, è obbligato, ai sensi dell’articolo 40 del DPR 22.12.67 n. 1518, a segnalare il fatto al Dirigente Scolastico. Il dirigente, a sua volta, invierà ai genitori una comunicazione formale, chiedendo un certificato medico o un’autocertificazione del trattamento eseguito, indispensabile per la riammissione a scuola. Questa procedura è conforme alla normativa per la pediculosi vigente. In aggiunta, può essere distribuita una scheda informativa preparata dal SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica), che fornisce indicazioni pratiche su come gestire il problema.
Se vengono riscontrati più casi di pediculosi nelle scuole, il docente deve sempre avvisare il Dirigente Scolastico, che provvederà a informare sia i genitori degli studenti colpiti, sia quelli degli altri alunni, raccomandando un controllo generale per limitare il rischio di epidemia.
Cosa fare se la pediculosi persiste nelle scuole
Se, nonostante le misure adottate, si verifica una nuova infestazione, la Direzione Scolastica è obbligata, in base alla normativa per la pediculosi, a informare l’ASL territoriale. Questa invierà personale medico per effettuare controlli e fornirà ai genitori una comunicazione ufficiale. In questa fase, è necessario avviare una campagna informativa più incisiva, per correggere eventuali errori nel trattamento dei pidocchi, come l’utilizzo di prodotti inefficaci o pratiche scorrette che possono aver causato la ricomparsa dell’epidemia.
Se si sospetta che il persistere della pediculosi nelle scuole sia legato a una scarsa attenzione da parte dei genitori, è possibile richiedere un certificato medico per la riammissione dell’alunno direttamente dal medico curante. In situazioni più gravi, i Servizi Socio-Assistenziali possono essere allertati per effettuare controlli specifici.
Linee guida generali sulla pediculosi nelle scuole
Queste sono le linee guida principali che i docenti devono seguire in caso di pediculosi nelle scuole. Ogni istituto può adottare piccole variazioni procedurali, ma senza compromettere la tutela della salute pubblica e l’igiene all’interno della comunità scolastica. La normativa per la pediculosi fornisce il quadro di riferimento per garantire un intervento efficace e tempestivo.
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